Maometto si è fermato a Monfalcone. La sinistra piange

· 15 Aprile 2025


Per la nostra rubrica “Zoom”, Antonino D’Anna intervista Souad Sbai, responsabile del Dipartimento immigrazione e integrazione della Lega, a proposito delle elezioni comunali di Monfalcone, che hanno visto il centrodestra vincere con oltre il 70 per cento dei voti (il nuovo sindaco è Luca Fasan),  e il tracollo del partito islamico “Italia Plurale”, che ha raccolto solo 343 voti.

“È stata una vittoria schiacciante, prima di tutto nei confronti del Pd. Ma anche questa volta abbiamo rallentato gli islamisti. Non avrei mai pensato di dover parlare di questa cosa, ma presso queste persone c’è una grande ignoranza, nessun musulmano che conosca l’islam avrebbe mai fondato un partito islamico in Italia”.

“Bou Konate non ha avuto tanto spazio, non ha preso voti, però qualcuno si avvicinerà a questa persona e la prossima volta “Italia plurale” sarà più organizzato. Bisogna ‘tagliare la testa al serpente’, come si dice: lo scopo è non avere proprio un partito del genere”.

“La sinistra adesso è ferita perché pensava di andare al ballottaggio, ma noi volevamo evitarlo, perché si sarebbe di certo alleata con quel partito. Perciò da domani dobbiamo essere molto vigili, dobbiamo continuare a denunciare questa questione, portarla al Parlamento e cominciare a preparare una proposta di legge chiara. Io ho tanti amici di sinistra in Francia, in Belgio, che non votano più a sinistra, perché ci sono partiti, anche i Verdi, che aprono le porte a gruppi estremisti, perché sono senza pudore. A loro non importa niente della popolazione, non capiscono che andare in quella direzione significa annullarsi totalmente, annullare i diritti e la democrazia. Tante persone sono morte per conquistare la democrazia e invece qui si torna al Medioevo”.

“La nostra fortuna è che Bou Konate non è del Bangladesh, la comunità più numerosa a Monfalcone, ma è africano, e quindi non lo hanno votato, altrimenti sarebbero andati tutti compatti. Hanno detto: ma noi vogliamo farci governare da un africano? Questa domanda l’ho sentita con le mie orecchie”.

“Il futuro non è scontato: bisogna continuare a studiare il fenomeno, capire chi sono e qual è il progetto della Fratellanza musulmana, perché hanno un progetto ampio, ma molto lento, pensano anche su un orizzonte di 50 anni. Hanno messo la prima pietra e noi dobbiamo avere la forza e il coraggio di prendere questa pietra e spostarla in tutt’altra direzione, perché è inaccettabile che l’Italia apra a un gruppo di fanatici. Dobbiamo capire chi sono i responsabili, chi è l’imam che porta costoro alla preghiera, chi sono i finanziatori, da dove arrivano i finanziamenti esteri…”.


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