I pro-pal si fanno una polizia contro la polizia
Giovanni Sallusti · 15 Aprile 2025
Cari ascoltatori, nel mondo al contrario in cui siamo intrappolati ci tocca anche il servizio d’ordine dei propal contro la polizia. Lo hanno annunciato seriamente, prendendo spunto da quello che è successo sabato: a Milano c’è stata la manifestazione delle galassie pro-pal, antagonista di estrema sinistra, anarco-insurrezionalista, e abbiamo assistito a ormai consuete scene di violenza urbana.
Non sono stati solo tafferugli: hanno preso di mira vetrine, negozi, lo Starbucks in via Pola, le sedi di alcune banche – sulla vetrina della Bpm è apparsa la scritta “Spara a Giorgia”, su quella dell’Unicredit è apparsa “Unicredit complice del genocidio”- e se la sono presa con delle macchine parcheggiate. Tanto che le forze dell’ordine sono intervenute per tentare di ripristinare, anche nell’interesse dei manifestanti pacifici, uno svolgimento normale del corteo, così da consentire anche un sabato normale per i milanesi che volevano usufruire pacificamente della loro città.
Ebbene, è arrivato l’annuncio squillante dei pro-pal : “Alle prossime manifestazioni scenderemo con un servizio d’ordine per proteggerci dagli attacchi militari della Questura”, neanche fossimo nel Cile di Pinochet. Queste parole sono di tal Riccardo Germani, uno degli organizzatori del corteo, attivista alla “Camera del non lavoro”, impiego che non stupisce, perché il lavoro pare non sia la preoccupazione principale degli antagonisti. Ma sui vizi dei figli di papà contestatori ha già detto tutto per Paolo Pasolini.
Secondo loro, “è stata costruita una trappola per non parlare della manifestazione contro genocidio, riarmo e repressione. Per questo non permetteremo più che le forze dell’ordine entrino nei cortei in questo modo. Devono stare all’inizio o alla fine”. Questi signori si arrogano il diritto di stabilire cosa possono fare o no le forze dell’ordine, che in uno Stato di diritto sono deputati alla tutela della sicurezza, dell’integrità e delle libertà di tutti. Insomma secondo il signor Germani dovrebbero essere i pro-pal a dare alla polizia una mappa delle zone rosse, dove i poliziotti non possono entrare e dove invece, se proprio insistono, possono fare una comparsata. E ne stanno dibattendo seriamente. “I violenti non siamo noi, ma i poliziotti che caricano gente inerme”: ma a quel che si è constatato, di gente inerme non se n’è vista e i responsabili delle violenze erano i soliti, gli antagonisti di estrema sinistra pro-pal.
Se singoli poliziotti sono stati protagonisti di singoli eccessi, ne dovranno rispondere. Ma è altra cosa rispetto al mondo al contrario, in cui gli estremisti violenti, gli squadristi rossi, si arrogano il diritto di dire che cosa le forze dell’ordine possono fare e dove possono andare. È ora di mettere un freno, andare da questo signor Germani, e delle due l’una: o chiamiamo degli infermieri perché ha un problema di padronanza di sé, oppure lo si aiuta a ritornare nell’alveo di uno Stato di diritto, tertium non datur.