Monti: gli Usa non sono una democrazia. Da che pulpito!
Giovanni Sallusti · 10 Aprile 2025
Cari ascoltatori, questa mattina eravamo concentrati sulle castronerie generali del mainstream su Trump e ci siamo persi una castroneria specifica, però sommamente istruttiva, nonché irritante. Oggi il senatore a vita Mario Monti ha regalato su Repubblica la seguente perla: gli Stati Uniti d’America non sono più una democrazia liberale.
La perla è contenuta in un’intervista-lenzuolo a tutta pagina. Il giornalista, che non vedeva l’ora di scatenare la pensosa riflessione del professor Monti, chiede se non siamo più di fronte a una democrazia in senso stretto. Già la domanda è da ambulanza, ma la risposta è peggio. Monti infatti spiega: “Perlomeno non a una democrazia liberale. Certamente c’è stata un’elezione, credo non contestata e regolare”. Ma come, credo? Al limite, contestata fu quella di Joe Biden, anche se non furono rilevate irregolarità; quella di Trump, proprio no.
Il meglio viene dopo: “Gli americani hanno deciso di affidarsi a qualcuno nella cui forza credono e che pensano possa portare una soluzione ai loro problemi, come accade nelle autocrazie”. Ma professor Monti, nelle autocrazie non accade che il popolo decida di affidarsi, al contrario è ciò che è proprio delle democrazie liberali. Piuttosto, chi non ebbe l’opportunità di decidere a chi affidarsi fu il popolo italiano alla fine del 2011, quando l’ultimo governo Berlusconi fu scalzato da una triangolazione fra poteri nazionali, europei e internazionali a favore di un esecutivo privo del vaglio della sovranità popolare, presieduto da Mario Monti.
In quel caso si praticò un’inversione della dinamica democratica: l’ex ministro del tesoro di Obama, Timothy Geithner – non un estremista complottardo di destra – rivelò che l’amministrazione americana ricevette un forte invito da alte personalità europee per aderire a un “complotto per rovesciare il governo presieduto da Silvio Berlusconi”, da cui la famosa risposta: “non vogliamo sporcarci le mani con il suo sangue politico”, cioè quello di Berlusconi.
Mario Monti, anche questa è cronaca, era stato allertato già nel giugno del 2011 da Napolitano, che sondò la sua disponibilità a presiedere un nuovo governo, come disse lo stesso Monti ad Alan Friedman; e nel novembre del 2013 l’ex premier spagnolo José Zapatero (un altro non precisamente di destra) raccontò che Monti era stato nominato premier durante il G20 di Cannes da Angela Merkel, da Nicolas Sarkozy, dai burocrati di Bruxelles e dal Fondo monetario internazionale.
Insomma, questo è il pulpito: che un personaggio arrivato a Palazzo Chigi con tale dinamica ora venga a dirci che gli Stati Uniti non sono più una democrazia liberale supera qualunque soglia politicamente, moralmente, umanamente accettabile.