Amato si inventa la tassa per l’autonomia

· 10 Aprile 2025


In questa puntata di “Regioniamoci sopra”, la nostra rubrica che si occupa dei temi che riguardano l’autonomia differenziata, Giuliano Zulin spiega l’ultima trovata del presidente emerito della Corte Costituzionale, già presidente del Consiglio Giuliano Amato, che nel 2000 diede il via alla riforma costituzionale del Titolo V, approvata dal centrosinistra per quattro voti, punto di partenza del regionalismo: che però da solo, senza autonomia differenziata, non poteva realizzarsi e infatti non ha portato vantaggi. Piuttosto ha generato confusione, un sistema paralizzante di veti e contro-veti fra Stato e Regioni perché non si capisce da chi dipenda che cosa, e alla fine si è generato un accumulo di spesa pubblica e il divario fra nord e sud è aumentato. Ricordiamo che Giuliano Amato è anche quel signore che nel 1992 decise di applicare nottetempo un prelievo sui conti correnti degli italiani a loro insaputa. Non proprio un esempio di fisco amico. 

Bene, Amato ha detto, con una punta di ironia: la legge che porta il nome di Calderoli è un’ottima legge, aiutiamola, prevediamo tributi regionali e le Regioni che vogliono un’ulteriore funzione di autonomia differenziata se la finanzieranno con i propri tributi.

Zulin spiega anche come non sia un caso che nessuno parli più di dell’esistenza del residuo fiscale, cioè i soldi che la Regione trasferisce allo Stato centrale e poi che riceve sotto forma di spesa pubblica: alcune regioni hanno un residuo fiscale negativo altissimo, per esempio Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, mentre altre ce l’hanno positivo, soprattutto al centro-sud, cioè ricevono più spesa pubblica di quanto versano. Non sosteniamo si debba andare tutti a zero, è sacrosanta la solidarietà tra territori perché lo Stato è uno e indivisibile, come dice la Costituzione, ma un po’ di giustizia sociale andrebbe esercitata: prima di cambiare idea sull’autonomia – di cui è stato uno dei primi sostenitori – Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, disse: se io sono in grado di gestire meglio alcune funzioni, di spendere meno soldi e essere più efficiente, perché non posso farlo?

Invece per Giuliano Amato questo può avvenire solo se uno aumenta le tasse locali, cioè se l’autonomia le Regioni se la pagano da soli, con ulteriori esborsi. E questo è un insulto all’intelligenza, soprattutto considerando che i cittadini continuano a versare denaro in misura sempre maggiore allo Stato italiano grazie al loro lavoro.


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