Non fate gli isterici sui dazi: con Trump si tratta

· 2 Aprile 2025


Cari ascoltatori, stasera il presidente degli Stati Uniti annuncerà nel dettaglio l’attuazione della sua politica dei dazi e ovviamente sul mainstream imperversa un’isteria fuori controllo, i giornaloni annunciano l’imminenza dell’apocalisse. Insomma scoprono adesso uno strumento che nella della politica economica ed estera americana c’è sempre stato: quando il Congresso americano si riunì per la prima volta, nel 1789, tra le altre cose parlarono di dazi; e facendo un salto al passato più recente, Joe Biden li ha implementati fino agli ultimi giorni del suo mandato, quando ha aumentato pesantemente quelli sull’alluminio.

Usciamo allora dagli allarmi tarocchi e vediamo la realtà. La portavoce della Casa Bianca Karolyn Leavitt ha detto che i dazi entreranno in vigore immediatamente “perché troppi Paesi stranieri hanno i mercati chiusi alle nostre esportazioni, questo è fondamentalmente iniquo, l’assenza di reciprocità contribuisce ogni anno al nostro ampio e persistente deficit commerciale che ha distrutto le nostre industrie”. Uno dei primi obiettivi di Trump è riequilibrare la bilancia commerciale che pende troppo a vantaggio dell’Unione Europea, soprattutto della Germania, la quale ha approfittato della sua posizione egemone mentre si faceva pagare la difesa dal contribuente americano. L’isteria mainstream infatti omette l’esistenza di dazi in vigore da parte dell’Unione Europea: per esempio sulle auto quelli Usa sono al al 2,5%, quelli imposti dalla Ue sulle auto importate dagli Stati Uniti sono al 10%: ergo, Trump non è un pazzo, qualche ragione ce l’ha, e anche qualche nozione di economia.

C’è anche un secondo fattore, anche più importante, da tenere in conto: i dazi per Trump sono soprattutto uno strumento negoziale, e infatti si è dichiarato aperto a stringere accordi con i Paesi che vorranno evitare le tariffe. Qui entra in ballo l’impatto dei dazi sulla nostra economia, sulla filiera delle nostre aziende. Lo schema Trump va capito, al contrario di quel che fa Ursula, le cui parole sono sempre un termometro perfetto di quel che non bisogna fare. È una follia pensare di vendicarsi di Trump, vuoi per lo squilibrio nei rapporti di forza, vuoi perché è tatticamente insensato, oltre che non edificante, pensare di vendicarsi del nostro principale alleato, socio largamente di maggioranza della Nato. Per non dire che a seguire Ursula si innescherebbe una guerra commerciale al rialzo da cui avrebbe da perdere prima di tutto l’Unione Europea, anche solo perché gli Stati Uniti hanno il dollaro, che è la valuta degli scambi globali.

Lo schema Trump, invece, è il negoziato bilaterale, e qui l’Italia ha molto da giocarsi, non solo come condizioni di partenza, cioè un rapporto migliore con gli Usa rispetto alla media europea, ma anche una vicinanza politica, valoriale, che in alcuni punti di caduta ha un valore. Uno è, per esempio, l’aumento delle spese della Nato: l’Italia, invece di inseguire il folle riarmo europeo voluto da Ursula, cioè il riarmo tedesco o franco-tedesco, che non fa gli interessi dell’Italia, può aumentare le spese per la difesa nazionale in chiave Nato.

Altro esempio: l’Italia può valutare, nel suo interesse, l’acquisizione del sistema satellitare Starlink di Elon Musk, tecnologia al momento impareggiabile sul piano della sicurezza, della difesa nazionale, delle infrastrutture e della protezione digitale. Vogliamo paragonare il piano europeo di lanciare qualche decina di satelliti entro il 2030, con Musk che ora ne ha in orbita 7.600?

Queste sono due leve negoziali affatto secondarie di parte italiana con gli Stati Uniti. Quindi basta con gli strilli mainstream, anche perché – lor signori omettono ancora – Trump mise dazi anche durante il suo primo mandato: ebbene, dal 2016 al 2018 l’export italiano, invece di diminuire per effetto dei dazi, aumentò da 36,9 miliardi a 42,4. I nuovi dazi saranno una passeggiata? No. Sono una mattana di Trump? No. Sono l’apocalisse? No. A patto che ce la giochiamo nel negoziato e non inseguendo gli isterismi di Ursula.


Opinione dei lettori
  1. Paolo   Di   3 Aprile 2025 alle 19:39

    Ma lei non ha capito che i trattati bilaterali sono proprio il cavallo di Troia per dissolvere la già poca coesione all’interno dell’UE? La sua è un’analisi da tifoso di Trump, che rinuncia a priori a creare una posizione di potere per andare a strusciarsi come un gatto alla gamba del padrone per cercare di ottenere qualche croccantino.

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