Cazzullo dice il vero su Le Pen: la democrazia vacilla

· 2 Aprile 2025


Cari ascoltatori, volontariamente o no, per una volta Aldo Cazzullo ha scritto una cosa interessante, tanto che sta rimbalzando sui social e ovunque in rete. Ed è una spia inquietante del grande problema che stiamo vivendo, cioè il drammatico deficit di democrazia in Europa, nella civiltà che ha generato l’idea stessa di democrazia.

Succede infatti che da 48 ore i soloni ci dicono che esageriamo, che drammatizziamo la sentenza Le Pen, che insomma se c’erano le prove per accusarla di questa follia – che gli assistenti parlamentari si occupavano anche del partito, una cosa per cui puoi condannare qualunque europarlamentare di qualunque gruppo – è pur sempre una sentenza, ragion per cui non c’è nessun vulnus democratico in quello che è successo in Francia. Di conseguenza a non capire siamo noi noi biechi, bavosi, sovranisti, paralepenisti.

Sarà anche così. Poi però leggiamo oggi le parole di una penna illuminata dell’illuminatissimo Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, nella pagina di dialogo con i lettori. Alcuni di essi chiedono lumi sull’affaire Le Pen, e Cazzullo risponde: “Cari lettori, era abbastanza ingenuo attendersi che l’establishment francese avrebbe consegnato il Paese o la nazione, se preferite, a Marine Le Pen. Una presidenza Le Pen significherebbe smontare tutta l’impalcatura europea costruita negli ultimi 50 anni, rinunciare al rapporto privilegiato con la Germania, avvicinarsi pericolosamente a Putin” (quest’ultima, fra l’altro, è una puttanata, perché Marine anche recentemente ha ribadito il suo sostegno alla, parole sue, “resistenza ucraina”).

Ma al di là di questo, Cazzullo ci sta dicendo candidamente che la sentenza è figlia di una volontà dell’establishment di interferire nella dinamica democratica ed elettorale, di impedire un – stando ai sondaggi verosimile – esito sgradito della medesima dinamica. Spiega che la sentenza è frutto di un ragionamento politico dell’oligarchia, che non è di merito giudiziario, e che questa cosa è normale, anzi, detto da un europeista nel senso di fan dell’eurocrazia, che hanno fatto bene. Cioè rivela che viviamo in una sorta di democrazia limitata, che siamo eterodiretti da un gruppo di ottimati che decide quali esiti nelle urne elettorali possono verificarsi e quali no.

Bisognerebbe poi chiedersi chi li sceglie questi ottimati e in base a che cosa, una domanda ancora più drammatica di “chi controlla i controllori”. Siamo oltre la Repubblica dei filosofi-re di Platone, progenitrice della dinamica totalitaria, come ha dimostrato Karl Popper nel saggio “La società aperta e i suoi nemici”.

Da chi è formato questo establishment che decide che non si può consegnare il Paese a Marine Le Pen, e lo fa al posto del corpo elettorale francese, per di più lo stesso popolo che ha fatto una rivoluzione, che ha tagliato la testa a un re? Vi rendete conto in che coma è precipitata la democrazia in Europa? Una delle più importanti firme del principale giornale italiano non solo dice che abbiamo ragione, cioè che un gruppo ristretto decide la dinamica democratica, ma aggiunge che va bene così. È esattamente quello che ha dichiarato il vicepresidente americano J.D. Vance: state perdendo la democrazia in Europa. Game over.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background