Mattarella liberista, ma solo contro i dazi Usa
Giovanni Sallusti · 25 Marzo 2025
Cari ascoltatori, ieri, celebrato a giornalone unificato, il capo dello Stato Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione del Villaggio immersivo “Agricoltura è”, è intervenuto entrando nel merito di rilevanti questioni della contemporaneità, con toni netti, con contenuti chiari e con una presa di posizione difficilmente equivocabile.
Mattarella ha pronunciato una forte critica verso i dazi, attuale perno della politica amministrazione Usa, che è il principale alleato dell’Italia. Non capita speso di vedere il Quirinale così assertivo su una politica americana, ma è una buona notizia: abbiamo felicemente preso atto di un Mattarella liberista, anzi quasi turboliberista, quasi thatcheriano, che giustamente alza la bandiera del libero mercato, della libera intrapresa: “I dazi ostacolano la libertà di commercio, alterano il mercato, penalizzano i prodotti di qualità e tutelano quelli di minore qualità, e questo per noi è inaccettabile, ma dovrebbe essere per tutti i Paesi del mondo inaccettabile”.
Ora, detto che La politica dei dazi esiste dalla notte dei tempi ed è ampiamente praticata in primis dall’Unione Europea, ricordiamo che molti di quelli annunciati da Trump sono contro-dazi rispetto a quelli europei su prodotti americani, per esempio l’automobile. Su questo aspetto lo scatto turboliberista del Quirinale non s’è visto, e ci chiediamo se non ci sia anche altro che oggi ostacola la libertà di commercio, altera il mercato e penalizza i prodotti di qualità.
La risposta è sì: è l’Unione europea con la sua compulsione regolatoria, fino, per restare al tema della visita di Mattarella, al diametro degli ortaggi, alla percentuale di terreno che un agricoltore può coltivare e come lo deve fare: la rivolta dei trattori è nata da questo, non è che siano impazziti. E che dire delle politiche dirigiste-masochiste come il green deal, che prevede la conversione forzata di intere filiere produttive con un’ottica da piano quinquennale sovietico? Tutto questo altera eccome il mercato e la libertà di intrapresa, ma abbiamo visto di nuovo Mattarella assai più tiepido e discreto. Anche sulla questione dei prodotti di qualità, follie come il Nutri-score o altri provvedimenti ideologici che penalizzano le filiere dell’enogastronomia italiana di qualità ci sono da anni, e anche su questo la voce del presidente non ha tuonato.
Allora la nostra riflessione è questa: Trump mette dei dazi perché ci sono degli squilibri nella bilancia commerciale Europa-Usa, vedi i dazi europei: al netto di possibili errori di prospettiva dell’amministrazione Trump, che certamente possono esser discussi, se qualcuno tiene, per esempio Mattarella, alla libertà di commercio, alla qualità figlia del merito e dell’affermazione sul mercato, ed è contro intrusioni e alterazioni, crediamo che il capo dello Stato anzitutto dovrebbe riservare i suoi moniti a quel leviatano, il superstato che si chiama Unione Europea.