Viva Valditara che sfratta il woke dalla scuola
Giovanni Sallusti · 21 Marzo 2025
Cari ascoltatori, questa sera dobbiamo sottolineare una sacrosanta iniziativa del governo, nella fattispecie del Ministero dell’Istruzione e del merito guidato da Giuseppe Valditara, che oggi ha battuto un colpo di centrodestra autentico, conservatore nel senso migliore: di conservare una storia, una cultura, dei riferimenti che sono una bussola, e di contrastarne il dissolvimento nell’eterno presente dell’ideologia, dei nonsense arcobaleno.
Il Ministero dell’istruzione e del merito ha inviato a tutte le scuole italiane una circolare per sottolineare che nelle comunicazioni ufficiali è imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana. Non è banale, perché in tempi di delirio woke l’ovvio non solo non è scontato, ma è rivoluzionario. Questo documento esplicita che l’uso di segni grafici non conformi come l’asterisco e la “schwa”, cioè la neolingua woke – che per negare l’esistenza dei due generi escogita segni più o meno inventati a tavolino – “rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”. E spiega che l’Accademia della Crusca “ha infatti più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi. L’uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno comprensibile e efficace”.
L’invito del Ministero, quindi, è “di mantenere l’uso di un linguaggio corretto e accessibile nel rispetto delle norme linguistiche vigenti”. D’altronde, se il luogo deputato a insegnare la lingua, la cultura e la letteratura italiana viene meno a queste regole, è evidente che c’era un problema nel manico. Ora, per fortuna, questa cosa non è più possibile: si torna ai fondamentali, a rispettare la lingua, e si toglie all’ideologia woke il potere di cambiarla artificialmente. La stessa cosa, d’altronde, sta facendo in America l’amministrazione Trump, che con una serie di iniziative sta combattendo l’abuso della neolingua nei documenti federali americani, ormai fuori controllo, un unico interrotto sfoggio nelle comunicazioni pubbliche.
Questa di Valditara è una sana, liberatoria rivoluzione conservatrice di cui c’è solo da esser contenti, e sperare che venga esercitata su tutti i fronti, perché da novembre, dalla vittoria di Donald Trump, il woke è in arretramento, non è più lo spirito del tempo. Non bisogna avere questa sudditanza e la notizia di oggi dimostra che il governo e il ministro Valditara non ce l’hanno.