Pace in Ucraina e Iran isolato: trump vale doppio

· 19 Marzo 2025


Cari ascoltatori, le anime belle non ce la fanno, rosicano tantissimo di fronte all’evidenza che Donald Trump ha cambiato paradigma, ha imbastito quello che per loro non era imbastibile, cioè un serio negoziato di pace con l’aggressore Vladimir Putin. E infatti i giornaloni e i commentatori mainstream si stanno affrettando a criticare e ad archiviare alla voce fallimento una cosa che è il suo contrario, l’inizio di un processo, come invece dovrebbe essere considerata la telefonata di ieri da chiunque mastichi un po’ di realismo politico.

E così, Repubblica: “Senza tregua”; il Corriere: “La tregua debole di Putin”, come se il protagonista fosse solo Putin. Lor signori insomma fingono di ignorare i primi risultati conseguiti con la telefonata, cioè la disponibilità di Putin a interrompere gli attacchi alle infrastrutture energetiche e a immaginare una pausa delle ostilità sul Mar Nero: sono segnali preliminari, ma di effetto immediato sulla via della pace, che per la prima volta anche il Cremlino condivide come obiettivo. Ed è anche bizzarro che gli stessi che fanno il tifo per una contrapposizione militare a oltranza con la Russia ma senza gli Stati Uniti, cioè una pura chimera, poi pretendano che una tregua vada chiusa in 24 ore e al telefono.

Per Trump questo colloquio è parte di una strategia più ampia. Intanto l’inviato della Casa Bianca per il Medio oriente, che ora non a caso è anche inviato per il dossier russo-ucraino, Steve Witkoff, ha detto che domenica proseguiranno i negoziati con i russi a Gedda, in Arabia Saudita, dove Trump aveva già ottenuto la convergenza di Zelensky sull’apertura delle trattative. Un altro segnale tanto importante quanto sottostimato dai giornaloni è che ieri Trump e Putin hanno concordato sul fatto che l’Iran non dovrà mai trovarsi nella posizione di distruggere Israele. Stiamo parlando di uno Stato canaglia governato da fanatici che aveva in Mosca uno storico alleato nell’area.

Che cosa significa? Che la visione strategica di Trump è unire i due dossier, guerra in Europa e Medio Oriente, una visione complessiva di “pax trumpiana”. Putin, che ha già perso il puntello del regime di Assad, adesso abbandona l’Iran proprio all’inizio della trattativa con Trump, che così ottiene di mettere gli ayatollah nell’angolo. Inoltre i negoziati di pace si terranno in Arabia saudita: il Medio Oriente diventa un attore diplomatico nello scenario globale, resuscitando e allargando l’impalcatura degli Accordi di Abramo. Intanto Israele ha ricominciato a colpire duramente i terroristi nazi-islamici di Hamas, i cui mandanti stanno a Teheran, che stavano giocando di nuovo a rimpiattino con la restituzione degli ostaggi. Ora, con l’accordo fra Trump e Putin, gli ayatollah hanno anche saputo che nessuno li spalleggia più e che il loro obiettivo politico, quasi metafisico, di cancellare lo Stato degli ebrei non sarà mai possibile.

Questa visione complessiva di Trump ha anche una chiave anti-Cina, perché l’idea di spezzare l’asse delle autocrazie con una pace di cui, al netto del balletto trattativista alla sovietica, Putin ha bisogno, lascia al fianco dell’Iran la sola Pechino, che però non è affidabile, perché ragiona sugli interessi economici, non sui fanatismi.

Questo è il dato geopolitico. Trump con un’operazione creativa di strategia e diplomazia sta unendo i dossier russo-ucraino e mediorientale, nell’interesse della pace in Europa e di presidiare Israele, mettendo nell’angolo lo Stato canaglia degli ayatollah e smantellando l’asse delle autocrazie. Se non è strategia questa…


Opinione dei lettori
  1. @Cosimo51exMiur Twitter   Di   19 Marzo 2025 alle 17:33

    Una visione “molto dall’alto” dello scenario, ancora tutto ai primi passi. Ma la diplomazia dei rapporti di forza e’ una trama oscura e, può anche aver ragione. Pero’ resta poi una bruciante frustrazione dell’Ucraina “se, verrà sacrificata”.

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