Michele Serra va in piazza per l’Europa, io vado al bar
Vittorio Feltri · 6 Marzo 2025
Il premio Bamba, che Vittorio Feltri consegna ogni settimana al personaggio che si è distinto per manifesti demeriti, questa volta è assegnato al giornalista Michele Serra, per la sua iniziativa di mobilitazione “Una piazza per l’Europa”.
“Michele Serra è un giornalista molto bravo e anche se è comunista l’ho sempre stimato, ma questa volta mi ha fatto ridere che gli sia venuto in mente di organizzare questa manifestazione per protestare non si capisce bene contro chi o contro che cosa. Ci ha messo in mezzo ovviamente Donald Trump, il grande cattivo, l’arrogante, quello che vuole fare il dittatore del mondo: sono sciocchezze. Le dittature le abbiamo viste, sono state stra-fasciste o stra-comuniste, e queste ultime sono durate anche molto di più”.
“Dovremmo sapere che quando si va in piazza, anche in tantissimi, non si ottiene niente: l’unica cosa che si ottiene è di respirare un po’ di aria buona. Io non ho mai visto una manifestazione che abbia raggiunto gli scopi che si era prefissata: mi stupisco che un uomo intelligente come Serra si dedichi all’organizzazione di questi eventi di sapore ex-comunista. Sarà comunque una cosa ristretta a quelli che la pensano come lui, quegli intellettualini o finti tali che vogliono darsi dalle arie, assumere atteggiamenti che sembrino in qualche modo “diversi”. In sostanza siamo sempre di fronte a un Sessantotto tardivo. Ma io in piazza non ci vado di sicuro, io vado al bar”.
“Serra continua imperterrito a continua a prendersela con quelli che hanno sempre mantenuto in piedi la democrazia, e degli Stati Uniti si può dire di tutto tranne che non sia democratica. La verità è che la guerra in Ucraina deve finire: Zelensky è debole ed è grottesco che si metta contro chi gli ha elargito moltissimi aiuti, cioè l’America: per pareggiare i conti può solo mettere sul piatto le sue terre rare”.
“A sinistra, ora che non sono più comunisti “organici”, seguono le mode più strampalate, come il politicamente corretto: è una moda, storpiatura della lingua italiana, eppure a loro piace da morire. Ai comunisti piacciono tutte le cose che non piacciono a noi”.