Elsa Fornero, una professoressa in asinate

Il nuovo “Bamba della settimana”, il nostro “antipremio” che Vittorio Feltri consegna al personaggio che si è distinto come il peggiore della settimana, è assegnato a Elsa Fornero, la quale ha pubblicato un editoriale su La Stampa in cui critica a vario titolo il governo e la condizione dell’Italia: “Questa signora si è messa in testa di fare la commentatrice di quello che accade in Italia, specialmente a livello governativo, e distribuisce la patente di asino a tutti. Peccato lo faccia dicendo una serie di stupidaggini”.

Nell’articolo la Fornero prende spunto da un’indagine Ocse secondo la quale gli italiani sono scarsi in competenze linguistiche e matematiche, e sostiene che “una generale coltre d’inadeguatezza sembra avvolgere il Paese, spingendolo a cercare nei salvatori della patria e nei populisti il rimedio a problemi dei quali ignoriamo la complessità”.

Feltri risponde che la professoressa “ha perso completamente il contatto con l’Italia. Non è vero che siamo un Paese di deficienti che non sanno né scrivere né far di conto, lo dimostra la posizione che abbiamo assunto in Europa, marciamo meglio di Francia e Germania, basta leggere i giornali. Ha detto una serie di castronerie e ha insultato gli italiani. Quando lei era al governo le cose non andavano affatto meglio, né ha ottenuto risultati apprezzabili”.

Così nello specifico, “quando dice che l’istruzione ha abdicato al suo ruolo formativo dimentica che è stata monopolio della sinistra per decenni. Inoltre oggi l’Italia produce tanti giovani preparatissimi che sono molto richiesti all’estero. La scuola non funziona per chi non ha voglia di studiare: in media chi ha avuto in casa una buona educazione è in grado di affrontare le fatiche dello studio con disinvoltura, e nella vita poi ottiene successo. Poi è chiaro che ci sono aree in cui le cose funzionano meglio che in altre, ma questo succede in tutti i campi. Prima di dare degli imbecilli agli studenti, io ci penserei due volte”.

La Fornero critica anche i cosiddetti vizi del capitalismo: “È una cosa ridicola, sembra una di quelle ragazzotte che vanno in piazza a urlare non si sa bene contro chi. Non capisce la realtà…”.