Manuale su come mandare nel panico i woke: Kamala è una donna ma non si può dire

· 29 Luglio 2024


Cosa si usa dire in questi casi: “chiedo per un amico”. Le elezioni presidenziali americane ormai s’avvicinano e per chi, come questo mio amico (appunto), vuole sempre essere “coperto e allineato” le cose si fanno difficili.

Dopo che la stampa italiana ha accreditato per anni la tesi secondo cui la demenza di Joe Biden era tutta un’invenzione di Trump, sembra che lo stesso presidente si sia fatto ingannare dai quotidiani italici e dalla loro manipolazione dei fatti. S’è persuaso lui stesso di avere qualche momento di scarsa lucidità e così ha fatto un passo indietro. Naturalmente è inciampato, ma comunque ha fatto in tempo ad annunciare al mondo che la sua candidata – a questo punto – è Kamala Harris, già nota per gli scambi di amorosi sensi con il sindaco di San Francisco, Willie Brown, quando lei aveva 29 anni e lui 60. La cosa è ben nota negli Usa, dove tutti ne parlano, ma pare che in Italia non si possa dire se non si vuole essere accusati di sessismo.

Per questo mio amico democratico che ama essere sempre allineato alle direttive del “partito unico del politicamente corretto” la scelta dovrebbe essere chiara. Da un lato abbiamo una donna (Harris) e dall’altro un uomo (Trump). Appoggerà quindi la vicepresidentessa, come quasi tutti i giornali che possiamo trovare in edicola, anche perché – è noto – se comandassero le donne non avremmo guerre e nei fiumi scorrerebbero latte e miele.

C’è però una difficoltà. Di questi tempi – nell’era della gender theory – questo mio conoscente benpensante s’era ormai persuaso che non esistessero più il maschile e il femminile, né mamma e papà (al massimo genitore 1 e genitore 2). Ora ha quindi la sensazione che votare Kamala perché è donna sia, nei fatti, restare legati a una visione ottusa. Se proprio vogliamo votare la vice-Biden, mi dice, si sappia che per noi è solo un essere uman*.

Tutto bene? Non proprio. Se la gender theory è una cosa che quel conformista del mio amico ha dovuto apprendere e accettare, lui non può neppure dimenticare che un’altra forma di feroce dominio bianco-maschio-occidentale-ecc. è lo “specismo”: ossia, la persuasione di matrice biblica che gli esseri umani valgano più delle oche, degli ornitorinchi e delle mosche tsè-tsè. Vogliamo cadere nella fallacia dello specismo? Vogliamo forse pensare che gli umani possano fare delle altre specie quello che vogliono? Non sia mai. Secondo la vulgata ecologista, d’altra parte, non si può vantare alcuna superiorità sulle entità animali oppure vegetali. A rigore, neppure esiste un primato dei viventi sui non viventi.

Quel mio amico ha capito una cosa: per poter rimanere tra i buoni, i saggi, i colti e intelligenti dovrà comunque sostenere a spada tratta la Harris e pure far finta di non sapere nulla su come sia riuscita a costruire la sua carriera politica. A ben guardare, però, non può appoggiarla perché donna e nemmeno sottolineare che è “umana”. Nella testolina di questo mio amico sta venendo a galla una sensazione molto forte, a questo punto: che a furia di essere intelligente lui si sia riempito il cervello di una gran quantità di stupidaggini.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background