i dem boicottano Israele. E noi diciamo: go donald go!

· 24 Luglio 2024


Cari ascoltatori, c’è un rischio estremismo in America: uno dei due fronti del dibattito politico e della campagna presidenziale sembra sbandare sul tema della libertà e dello stile di vita occidentale. È il fronte democratico, quello delle magnifiche sorti progressiste woke, radunato da qualche giorno intorno a Kamala Harris.

Tutto nasce dal fatto che il primo ministro dello Stato di Israele, Benjamin Netanyahu, terrà un discorso al Congresso. Uno può pensare quel che vuole di Netanyahu, ma si tratta comunque del leader dell’unica democrazia mediorientale, circondata da bande di terroristi che vogliono cancellarla dalla carta geografica e sotto attacco dal 7 ottobre. Ebbene, la candidata alla Presidenza degli Stati Uniti Kamala Harris diserterà questo incontro, non ci sarà al discorso di Netanyahu al congresso, per “impegni progressi”.

L’unico commento che si può fare è lo stesso dello speaker repubblicano Mike Johnson: è inconcepibile che chi si candida a guidare gli Stati Uniti e quindi a essere il punto di riferimento del mondo e dei valori occidentali diserti il discorso del principale alleato dell’America e dell’Occidente in Medio Oriente, lo Stato che sta affrontando la minaccia nazi-islamica di Hamas e dei suoi numerosi mandanti, per esempio l’Iran. È inconcepibile e simbolicamente devastante che Kamala Harris sia assente, ma c’è di più: al suo fianco si è scatenata una cagnara anti-Netanyahu sul fronte progressista americano, con manifestazioni di protesta fuori da Capitol Hill, se non dentro (se sei un progressista woke Capitol Hill si può violare). La deputata democratica di origine palestinese Rashida Tlaib su X si è proprio lanciata contro Netanyahu, definendolo “un criminale di guerra che commette genocidio contro il popolo palestinese, è estremamente vergognoso che l’abbiano invitato a parlare al Congresso”, e aggiunge che Netanyahu “dovrebbe essere arrestato e mandato alla corte penale internazionale”. Forse avrebbero dovuto invitare l’ayatollah Khamenei, uno dei capoccia di Hamas che teorizzano l’utilità del sangue dei bambini palestinesi.

È intervenuta anche la madrina delle truppe woke, Alexandria Ocasio-Cortez, che ha definito “leader autoritario” il primo ministro dell’unica democrazia, dell’unica società aperta, dell’unica società laica del Medio Oriente, e ha aggiunto che è un giorno triste perché gli viene permesso di parlare al Congresso, “40 mila palestinesi sono morti, gli ostaggi non sono tornati a casa”: descrizione corretta come cronaca, ma queste cifre drammatiche stanno sul conto delle belve di Hamas che danno la caccia agli ebrei e usano i civili palestinesi. E queste due scalmanate dem non sono sole, saranno oltre una trentina i democratici Usa che diserteranno il discorso del capo di Israele.

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È vero, c’è un rischio estremismo in America, ma si chiama wokismo, odio antioccidentale, si chiama fiancheggiare l’altro pur che sia, anche l’islamista, anche il terrorista. Il che significa: se boicotto Netanyahu che sta combattendo i terroristi islamici, per proprietà transitiva non mi sto schierando dalla parte della libertà. Per questi motivi è sempre più evidente che il fronte estremista è quello di Kamala Harris, mentre il fronte lucido, il fronte che non recide il legame con l’identità americana e occidentale, è incarnato da Donald Trump. Ancora una volta, Go Donald Go.


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