L’unico referendum contro la volontà popolare

· 20 Giugno 2024


Cari ascoltatori, oggi è “referendum” la parola d’ordine delle opposizioni in difesa della Costituzione “fatta a pezzi”, come scrive oggi Repubblica, dalla riforma dell’autonomia differenziata, che però è prevista proprio dal dettato costituzionale. Mentre, in preda a questi cortocircuiti logici, a sinistra promettono di scatenarsi a raccogliere le firme per indire il referendum contro la barbarie, vorremmo sommessamente ricordare che una consultazione sull’autonomia c’è già stata: un referendum consultivo, esattamente in Lombardia e Veneto, il 22 ottobre 2017, che ha segnato i seguenti risultati. In Lombardia non era previsto il raggiungimento del quorum, in Veneto sì. Il 96,02% dei votanti lombardi si espresse a favore dell’autonomia. In Veneto il quorum fu raggiunto e il 98,1% dei veneti si espresse a favore dell’autonomia. Tutti violentatori della Costituzione? Tendiamo a dubitarne. E, notate, questo referendum è stato indetto in due regioni trainanti, sotto il profilo economico.

Ora, vorrei puntualizzare un altro dato: la tabella dei residui fiscali. Il residuo fiscale è la differenza tra quello che viene prelevato da un territorio sotto forma di tasse e quello che ritorna sul territorio sotto forma di servizi pubblici di varia natura. Ebbene, la Lombardia ha un residuo fiscale a sfavore di 54 miliardi di euro l’anno, una cifra largamente maggiore di quelle prodotte in qualsiasi regione di qualsiasi Paese occidentale. Il Veneto ha un residuo a sfavore di quasi 17 miliardi. I soldi che vengono prelevati da questi territori vanno a alimentare lo Stato centrale.

Ecco: cari amici dell’opposizione, volete fare un referendum contro la volontà chiaramente espressa da Lombardia e Veneto, territori-locomotiva del Paese? Volete fregarvene delle istanze emerse da queste regioni? Allora ridiscutiamo anche il residuo fiscale, magari smettete di depredarli a questi livelli inaccettabili: prendere i 54 miliardi dalla Lombardia e poi fregarsene della Lombardia non sta tanto in piedi. E badate che la riforma dell’autonomia differenziata nemmeno lo tocca, il residuo fiscale, perché ha come premessa l’unità nazionale (e quindi non è vero che l’unità nazionale è nel mirino).

Ripetiamo: se scegliete di non tenere conto della volontà dei Lombardi e dei Veneti, almeno smettetela di prendere i loro soldi. È l’abc della convivenza civile.


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