Ode a Bonaccini, l’eversore che voleva l’autonomia

· 19 Giugno 2024


Cari ascoltatori, stasera vi leggerò qualche passo di un discorso pronunciato da un pericoloso eversore. Mi sono convertito nel pomeriggio, non volevo dirvelo ma non ce la faccio: questa legge sull’autonomia differenziata è davvero un attentato e mina le basi democratiche della nostra Costituzione. Vi devo quindi mettere a parte di questa mia conversione e per questo vorrei leggere le frasi di uno dei peggiori attentatori della Costituzione degli ultimi anni. Eccole: “L’autonomia è un’opportunità prevista dalla nostra Costituzione che noi vogliamo cogliere. Abbiamo avvertito bene il rigurgito centralista in questi anni. Anche nel mio partito. Soprattutto da quella parte della politica che si è misurata poco con i problemi concreti della pandemia. Quindi il confronto sull’autonomia e il riordino istituzionale tenga conto di questa esperienza”.

Queste dichiarazioni sono di un paio d’anni fa. Il pericoloso eversore ha poi insistito su quanto fosse necessario “superare gli ostacoli che, a oltre quattro anni dall’avvio, rischiano di continuare a bloccare il percorso verso la maggiore autonomia”. Voleva proprio farla saltare la Costituzione, l’estremista. Il pericolo pubblico ha anche indicato i passaggi del percorso verso l’autonomia: “Legge quadro nazionale, coinvolgimento di Parlamento e consigli regionali, determinazione dei LEP, accordo con tutte le regioni sul quadro finanziario perché, lo ripeto ancora una volta, non abbiamo mai chiesto un euro in più allo Stato, ma solo di poter gestire le risorse già assegnate ora rispetto alle materie di cui chiediamo la gestione diretta. Siamo anzi convinti che potrebbero esserci dei risparmi perché vogliamo fare meglio e bene. Questi elementi, ne siamo convinti, potrebbero sbloccare l’impasse”. Quindi il discorso si concludeva incalzando il governo di allora, chiedendo quale iniziativa intende assumere.

Ma allora, chi è il pericoloso eversore che ha minato le basi democratiche della Costituzione? È Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e del Partito Democratico, punta di diamante delle amministrazioni locali della sinistra, candidato sconfitto alle primarie del Pd ma ugualmente figura di riferimento: lo trovate in prima fila in tutte le foto con Elly Schlein, e lì anche durante l’ultima campagna per le Europee.

Stefano Bonaccini ha detto tutto quanto vi ho appena letto, poi in questi giorni ha preso un attimo le distanze da se stesso. Ha detto che lui è sempre stato per l’autonomia: ma questa approvata dal centrodestra, voluta da Roberto Calderoli, non è l’autonomia giusta. Poi si è avviluppato in una ragnatela di distinguo tecnici, finanziari e d’altri generi: doveva pur prendere le distanze dall’eversore, perché, essendo un uomo intelligente, si era reso conto che secondo l’alfabeto della sinistra attuale, dei giornaloni, del Movimento 5 Stelle, di tutto il caravanserraglio progressista, rischiava di finire scambiato per un sosia di Calderoli, quindi ha provato a svoltare.

Sta di fatto che il tasso di ipocrisia sul questo tema è altissimo. Se risalite ai programmi del Pds, cioè i figli immediati del Pci, troverete che anche quelli prevedevano l’autonomia; e se tornate ancora più indietro, a storici governatori comunisti, scoprirete che pure loro volevano l’autonomia. Insomma, ho inscenato questo giochino per dirvi che vi ho mentito, non sono io quello che si è convertito: si sono convertiti loro. Perché l’autonomia è la scusa di giornata per invocare lo spettro autoritario della destra. Questi sono  come sempre in affanno, e per chi ha gli occhi aperti non cascarci è addirittura facile…


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background