La nuova bandiera rossa è la eco-patrimoniale verde

· 5 Giugno 2024


Cari ascoltatori, poteva mancare al menu del dibattito pre-elettorale la proposta di una eco-patrimoniale? L’ha calata sul tavolo Angelo Bonelli, uno specialista del pensiero tassaiolo, una delle due teste pensanti di Alleanza Verdi-sinistra (per intenderci, l’altra è Fratoianni). Bonelli parte dalla considerazione che Pd e Cinquestelle in tema di tasse siano troppo timidi, praticamente una specie di liberisti mascherati: ragion per cui il contribuente va spremuto di più. E come? Ieri, al Forum Ansa, Bonelli è stato chiaro: la transizione ecologica è cosa buona e giusta e ha un costo. Questo non è una novità, anche perché tutto ce l’ha, un costo. Chi lo paga? Una nuova patrimoniale, ovviamente. Indovinate su quali teste cadrà? Il ceto economicamente medio e medio-basso, le piccole aziende, i singoli cittadini, possiamo dire che per Bonelli sono i kulaki della collettivizzazione forzata, cioè un danno collaterale, un prezzo umano e sociale che va accettato. Come disse Giulio Andreotti, i Verdi sono come i cocomeri: verdi fuori e rossi dentro…

Bonelli, che tra i suoi difetti non ha la reticenza, dice anche di più: parla infatti della necessità di questa tassa per rendere possibile una transizione, attenti, “ecosociale”. Eccoci, alfine siamo arrivati (o tornati) all’ideologia di un climatismo apocalittico per cui bisogna imporre dall’alto, sulla carne dell’economia reale, una transizione:  è un colpo di coda del marxisimo, l’ennesimo tentativo di rimettere sul banco degli imputati il modello uscito vincitore dal Novecento, il capitalismo liberale, risultato alla prova della Storia il più efficace, nonché quello più in grado di tutelare i diritti e le libertà.

Questo è il teorema ecosocialista reale di Bonelli, che fra l’altro di certo sa che in Italia ci sono già una dozzina di patrimoniali (Imu-Tasi, bollo catastale e via dicendo) le quali complessivamente cubano circa 50 miliardi di euro. Noi crediamo che la realtà, l’economia, le imprese e le famiglie abbiano la precedenza, e che non sia il caso di prendere di nuovo d’assalto il capitalismo liberale, che ha finora garantito il benessere di cui godiamo. Grazie, Bonelli, ma un’altra patrimoniale no. 


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