Mister Distinguo, tenerone che fa il gioco degli altri

· 4 Giugno 2024


Cari ascoltatori, vorrei condividere un paio di note su Mister Distinguo, l’attuale leader di Forza Italia e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Va detto che, contro pronostico, ha restituito vivacità al suo partito in una stagione di transizione che si annunciava tombale, dando prova di essere un uomo capace. Ma la cosa in cui Tajani è massimamente abile è l’Arte del Distinguo, la maestria della Postilla, l’inoculazione del Ma Anche (di ispirazione veltroniana): l’idea di Tajani è di posizionare Forza Italia come partito di centrodestra, ma più rassicurante, più status quo che barricate. Questo, in verità, non era esattamente lo spirito originario di Berlusconi, che quando scese in campo annunciò una rivoluzione liberale in un Paese al tempo né tanto rivoluzionario, né tanto liberale.

Gli ultimi giorni, forse complice l’approssimarsi delle urne, hanno visto un crescendo rossiniano di distinguo tajanesi: mentre infuriava la (montatissima) polemicona fra Lega e Quirinale, ha inviato la sua solidarietà a Mattarella e ha detto siamo italiani ma anche europeisti. Capirai, tutti vogliamo l’Europa: ma tutto dipende da “quale” Europa abbiamo in mente, e di questo da Tajani nulla si è saputo.

Oggi ha rilasciato un’intervista al Tempo, e qui c’è la sorpresa: a forza di tagliare ogni discorso con sempre più affilati distinguo, le fette ne sono uscite così sottili che i distinguo sono diventati dei veti. Insomma è scivolato dall’altra parte e ha detto no a Marine Le Pen, più o meno così: pensiamo a una maggioranza di centrodestra, di popolari-conservatori, ma non con la Le Pen di cui non condividiamo i valori.

Ora, intanto è bizzarro pensare a un centrodestra senza quello che probabilmente sarà il maggior partito di centrodestra del continente, cioè il Rassemblement National. Ma poi non si capisce che cosa Tajani non condivida con Marine, la quale ha un consenso tale che se oggi si votasse per l’Eliseo sarebbe una potente candidata alla presidenza francese. E che ha espresso sull’Ucraina chiarissimi concetti contro l’invasione russa e in favore dell’indipendenza del Paese, e che inoltre rivendica l’identità cristiana dell’Europa. Tutte cose che dice anche Tajani in quell’intervista. Quali sono i valori che non condivide, che cos’è che non gli piace?

Ecco allora che i distinguo di Tajani sembrano esser diventati il paravento dell’esigenza di tener lustra la sua immagine di “più pettinato di tutti”, e quella di un partito avverso ad arrecar fastidio. Ma uno che a qualunque prezzo non vuole dare fastidio può davvero far svoltare l’Europa, può davvero contrastare le eurofollie fatte di dirigismo e ideologia, green selvaggio, noncuranza per l’economia reale? 


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