Indro, l’ispettore Derrick e le note spese di Bettiza

· 31 Maggio 2024


Parliamo di scrittori e di giornali. È uscito un bel libro, in occasione dei 50 anni del Giornale, “Come un vascello pirata” (Rizzoli 288 pagine, 18 euro), che raccoglie una selezione degli articoli scritti dal suo fondatore Indro Montanelli, che gli diede i natali nel 1974 dopo essere uscito dal Corriere della Sera di Piero Ottone con un manipolo di editorialisti di gran vaglia, fra gli altri Mario Cervi ed Enzo Bettiza.

Il libro ha una gustosa prefazione di Luigi Mascheroni, in cui sono raccolti alcuni aneddoti di quegli anni. Si narra, per esempio che Montanelli e Cervi, nel tardo pomeriggio, mentre il lavoro al Giornale cominciava a infuriare, avessero l’abitudine di assentarsi per un’ora, appartati in una stanza con due poltrone e un televisore. Era il momento in cui veniva messo in onda il telefilm “L’ispettore Derrick”, di cui erano appassionati: pare che a muover loro simpatia fosse l’aspetto dimesso e l’ostentazione di mediocrità del poliziotto, che comunque risolveva tutti i casi.

Una seconda memoria, questa davvero d’altri tempi, è dedicata al rapporto fra Enzo Bettiza e le note spese. Bettiza, raffinatissimo, nato nobile e bon vivant, era abituato a viaggiare, per così dire, comodo. Quando il direttore e Guido Piovene, che era a capo della Terza pagina, lo incaricarono di mettersi in movimento e di andare a caccia di grandi firme in giro per l’Europa, si accorsero ben presto che lo scrittore era piuttosto distratto nell’economia delle spese. Gli chiesero allora se avesse qualche pezza d’appoggio, qualche scontrino, con cui giustificarle. Bettiza scomparve dietro una porta e tornò con in mano un foglio protocollo sul quale era scritto: “Enzo Bettiza, spese varie, un milione”.


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