San Saviano pieno di lagna, martire senza martirio

· 30 Maggio 2024


Roberto Saviano si è inventato una professione, quella del martire in assenza di martirio. In verità non è il primo a esercitarla (fra gli scrittori Scurati è stato il più svelto), ma lui l’ha portata a un altro livello, anche perché vi si cimenta con notevole carenza di argomenti ormai da 18 anni, tanto è il tempo trascorso da quando “Gomorra” è stato pubblicato. E anche questo libro, sebbene sia il suo lavoro più importante, non è esattamente la Recherche, per non dire della condanna in via definitiva per plagio che vi grava sopra.

Che cosa avrà ancora da dire Saviano nel 2024? Ecco: si è stracciato le vesti, seguìto dalle grancasse mainstream, perché non è stato invitato al salone del libro di Francoforte. Ovviamente è stata evocata la censura, di stampo ovviamente fascista, insomma il solito meccanismo. Peccato che poi si sia scoperto (ne ha scritto anche Il Foglio) che non solo gli editori tedeschi lo hanno chiamato e quindi a Francoforte Saviano c’è andato, ma che a non volerlo in Germania sono stati gli editori italiani, non il governo di destra o altri fantasmi. I quali editori hanno semplicemente fatto le loro libere scelte.

Ricordiamo a Saviano e ai suoi seguaci, così da far la tara alle loro lagne, che circola in giro uno scrittore che davvero vive sotto la minaccia essere ucciso in quanto scrittore: è Salman Rushdie. Perseguitato da una fatwa emessa illo tempore dall’ayatollah Khomeini, dopo decenni vissuti nella paura è stato raggiunto dai sicari ed è mancato poco che ce la facessero. Nell’attentato Rushdie ha perso un occhio e il parziale uso di una mano. Saviano invece perde pezzi di credibilità, un po’ ogni giorno.


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