Woke a tutta birra: si scrive “risemantizzazione”, si legge “cambiare la storia a proprio comodo”
Francesco Borgonovo · 16 Dicembre 2025
Al centro di questa puntata de “La cittadella”, il talk show prodotto da Radio Libertà assieme alla piattaforma di contenuti online e social Galt, che si occupa di temi politici, sociali e di costume della nostra era e delle “culture wars”, Francesco Borgonovo, vicedirettore de la Verità, Matt Carus e Massimo Salvati discutono, tramite due esempi emblematici, della nuova frontiera aperta dalla sinistra in chiave woke – la cosiddetta “risemantizzazione” dei simboli legati al fascismo – insieme con Daniele Scalea, presidente della Fondazione Machiavelli, Filippo Bedini, vicesindaco di Pisa, e Francesco Patrizi, padre del ragazzo accoltellato a Ravenna da un 17enne tunisino che è stato recentemente condannato a un anno e dieci mesi per lesioni aggravate, nonostante il pm avesse richiesto sei anni per tentato omicidio.
“A Pisa l’ex Asilo Coccapani, recentemente venduto dal Comune di Pisa per un valore di 671 mila euro, ha sulla facciata l’insegna storica dell’Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia (Onmi): un ente istituito nel 1925 sotto il regime fascista, il cui scopo dichiarato era “l’assistenza materiale e la protezione morale”. Un’interrogazione di Rifondazione comunista ha chiesto che questa targa sia in qualche modo ‘valorizzata’, ma a modo loro. In concreto: si passa dalla cancellazione alla risemantizzazione. Che cosa vuol dire tutto questo? Significa che quella scritta può anche tranquillamente rimanere là dov’è, ma in cambio bisogna sottolineare, con un altro cartello, che l’insegna rappresenta un periodo negativo”.
“Il gip che ha sentenziato invece sul caso di Ravenna ha derubricato la coltellata inferta alla schiena del ragazzino da tentato omicidio a lesioni gravi: qua si sta lanciando il messaggio per cui chi gira col coltello – e ce ne sono molti – può usarlo ed essere comunque equiparato a chi sferra un pugno o un calcio. Ecco quindi che anche l’immigrazione può rientrare in uno dei casi più emblematici di risemantizzazione: la realtà ci dice che ci sono enormi problemi quotidiani nelle città, a livello di convivenza sociale, poi però dopo bisogna cambiare il racconto e far passare l’idea che invece ci sono solo cose positive che vengono dall’immigrazione. E se qualcuno le fa notare, allora viene etichettato come un razzista”.
