Albanese santino della sinistra perché non hanno più riferimenti
Francesco Borgonovo · 4 Dicembre 2025
Al centro di questa puntata de “La cittadella”, il talk show prodotto da Radio Libertà assieme alla piattaforma di contenuti online e social Galt, che si occupa di temi politici, sociali e di costume della nostra era e delle “culture wars”, Francesco Borgonovo, vicedirettore de la Verità, Matt Carus e Massimo Salvati – insieme con l’avvocato Simone Pillon, il giornalista Dino Giarrusso e il direttore di “Strade”, Carmelo Palma – discutono dell’assalto dei pro-pal alla redazione de La Stampa, dell’espulsione dell’imam di Torino e dell’inchiesta della Procura europea sul Collegio d’Europa in Belgio.
“Se si ragiona sul caso in sé, i distinguo che vengono fatti sulla frase dell’Albanese – che ha affermato che l’assalto alla Stampa possa a essere da ‘monito’ per l’informazione, pur condannando la violenza – sono molto sgradevoli e purtroppo sono emblematici di una mentalità. Non si può ‘farsi scappare’ un discorso del genere. La stessa cosa è avvenuta ad Annalisa Cuzzocrea, che durante un’intervista ha dichiarato che hanno sbagliato giornale, quasi a intendere invece che se prendevano di mira, per esempio, La Verità, allora andava bene”.
“Gli stessi toni non sono stati per nulla utilizzati quando c’è stato il famoso assalto alla Cgil, per il quale ci sono state condanne pesantissime, ed è stato chiesto lo scioglimento di Forza Nuova. Nel caso del centro sociale di Torino, si tende al contrario a dare ragione ai violenti in quanto ‘ragazzi’, perché un po’ in fondo hanno ragione. Poi esiste un altro livello, che è quello in cui Francesca Albanese è diventata una specie di santino della sinistra, in mancanza di altri punti di riferimento. È stata eletta figurina del mondo progressista e quindi ogni sciocchezza che le salta in mente diventa attendibile e credibile: ma perché? Ma chi è questa Francesca Albanese?”.
