Legge sullo stupro: o è inutile, o è la fabbrica del caos
Francesco Borgonovo · 27 Novembre 2025
Al centro di questa puntata de “La cittadella”, il talk show prodotto da Radio Libertà assieme alla piattaforma di contenuti online e social Galt, che si occupa di temi politici, sociali e di costume della nostra era e delle “culture wars”, Francesco Borgonovo, vicedirettore de la Verità, Matt Carus e Massimo Salvati discutono insieme con Dalila Di Dio, avvocato, e Giulia Fossati, dei Giovani Democratici, sulla nuova legge contro il femminicidio, in cui è stato introdotto il concetto di “consenso libero e attuale” al centro del dibattito in questi giorni.
“Nella sostanza si sta spostando l’onere della prova sull’imputato, e allora ci si può chiedere: dato che nel mondo non siamo tutti perfetti e in buona fede, come fa un imputato innocente a provare che non ha commesso alcuna violenza sessuale nel caso che una donna malintenzionata decida di denunciarlo? Il punto è drammatico. Non si può pensare di regolamentare per legge il tema del consenso, che è un concetto scivolosissimo ed evanescente. Certo, ognuno di noi comprende che sia indispensabile tutelare una ragazza, vittima per esempio di violenza domestica, abusata dal proprio compagno; però è complicato stabilire un confine basato sulla sensibilità personale, tutto diventa molto vacuo e molto pericoloso. Anche perché si dovrebbe dimostrare che c’è stato sempre il consenso (sulla carta e revocabile) per tutto l’atto sessuale, come si fa?”
“In fin dei conti, le opzioni sono due: o questa legge non serve assolutamente a niente – e quindi si resta alla situazione precedente, dove la parola della donna si scontra con quella dell’uomo – altrimenti il consenso deve essere specificato in qualche modo. E allora possono sorgere dei problemi non irrilevanti, anche dal punto di vista della chiarezza del reato eventualmente commesso. Facciamo un esempio: se una donna, sei mesi dopo un rapporto sessuale, afferma che il suo consenso non era né libero né attuale, perché la persona che era in camera con lui era un suo superiore e quindi ha dovuto dire di sì a causa della differenza di ruolo, potrebbero sorgere ulteriori complicazioni. Non sembra proprio che nella nuova legge ci siano dei paletti chiari”.
“In ogni caso, non è da escludere che alla fine verrebbe smentito tutto quello che era stato propagandato dal Pd: non è vero, infatti, che non si faranno più domande alle donne, che non si chiederà più se hanno avuto rapporti sessuali in precedenza con quell’uomo. E comunque si continuerà a investigare gli elementi costitutivi della fattispecie di reato, che non saranno più caratterizzati semplicemente da violenza, minaccia o abuso di autorità, ma anche dalla mancanza del consenso, che dovrà comunque essere provata, e non solo presunta; e si dovrà dimostrare anche la consapevolezza da parte dell’imputato che quel consenso richiesto gli fosse stato negato, perché altrimenti manca il dolo. La sensazione rimane sempre la stessa: ovvero che, nel migliore dei casi, si sta parlando di una norma che complica ulteriormente le cose, oppure non le cambia “.
