Salvini al Congresso: “Noi, estremisti del buon senso”
Redazione · 6 Aprile 2025
Dal palco fiorentino del Congresso federale della Lega, il segretario rieletto per acclamazione Matteo Salvini ha chiuso i lavori con un discorso che ha riepilogato e rilanciato i temi dirimenti della politica della Lega.
“I lavori di questo Congresso sono stati riportati sui giornali italiani e stranieri, eravamo sul Wall Street Journal, sul New York Times, sui quotidiani tedeschi, francesi, inglesi. Ma nei resoconti abbiamo anche visto “far right”, “estremisti”, “l’internazionale nera”: io qui vedo unicamente estremisti del buonsenso, vedo donne e uomini sorridenti, pacifici, orgogliosi. È peccato mortale ritenersi superiore a qualcun altro per nascita, per razza, per religione, per cultura, per censo, però la storia dell’uomo insegna che tu accogli qualcuno a casa tua se sai chi sei, se sei orgoglioso della tua storia, della tua tradizione, delle tue radici, della tua cultura: cancellare le nostre radici non ci permette di accogliere chi arriverà domani mattina, è un male per noi ed è un male per chi arriva”.
“San Giovanni Paolo II aveva un’idea chiara di Europa, venendo dalla dittatura sovietica che purtroppo, abbiamo visto, in Romania non è ancora crollata e parlava della vocazione dell’Europa: la solidarietà e la fraternità di tutti i popoli che la compongono, dall’Atlantico agli Urali. E poi ci ricordava anche quello che dovrebbe essere ovvio ma per qualcuno non lo è: è la luce del Vangelo ad aver illuminato la storia d’Europa, sono le radici giudaico cristiane”.
“Ribadisco una volta per tutte: Matteo Piantedosi è un amico ed è un ottimo ministro, è una persona leale, di fiducia. Questo è un congresso di partito ed è mio dovere ascoltare quello che il mio partito, quello che i sindaci, quello che gli elettori ci chiedono: quindi, sapendo che Matteo è un amico e un grande uomo di Stato, con serenità parlerò di quello che mi avete chiesto sia con lui sia con Giorgia Meloni, perché io sono a disposizione dell’Italia e della Lega, senza avere smanie. Non ci faranno mai litigare, ci stanno provando da due anni e mezzo…”.
“Siamo una coalizione di soggetti diversi altrimenti ci sarebbe un partito unico, il dovere della Lega è di studiare, di condividere e di proporre soprattutto per chi ha più bisogno: senza imprenditori, senza partite Iva, senza artigiani, l’Italia non sta in piedi. Prima di redistribuire la ricchezza qualcuno la deve produrre. Ed è anche vero che se un terzo degli italiani stasera va a letto con una cartella esattoriale che gli toglie il sonno, gli toglie la speranza, la fiducia, gli toglie la voglia di uscire a lavorare la mattina dopo, una grande, equa, definitiva operazione di pace fiscale, di rottamazione delle cartelle esattoriali, deve essere la nostra priorità politica, così da ridare respiro all’economia”.
“Siamo a Firenze e non posso non omaggiare Oriana Fallaci, che ha scritto pagine importantissime sul rapporto fra l’Occidente e l’islam, sui rischi. Penso che, fino a che la confessione islamica non sottoscriverà un accordo e riconoscerà la reciprocità con lo Stato italiano, sia nostro dovere non concedere nessuno spazio a chi non riconosce la supremazia del diritto. E visto che nonostante i dati delle forze dell’ordine dicano che c’è un meno 30 per cento di omicidi di donne, ci sono criminali inqualificabili, che uccidono per possesso, bramosia, gelosia. Così in qualche cultura la donna vale meno dell’uomo, è un oggetto: l’uomo può divorziare e la donna no, l’uomo può lavorare e la donna no, l’uomo può imparare l’italiano e la donna no. Io non voglio che i miei figli crescano in un’Italia dove diamo pezzi di città a gentaglia che ritiene che la donna sia inferiore all’uomo: questa non è tolleranza, questo è il suicidio di una cultura”.
“Berlusconi? Grazie Silvio per quello che hai fatto e per quello che hai lasciato: vediamo assieme agli alleati di portarlo avanti. Berlusconi è stato uomo di pace che costruiva ponti, che avvicinava popoli e culture, che scaldava i cuori. La scelta della Lega è una controcorrente, anticonformista, è una scelta di libertà, di identità, è una scelta per chi vuole fare politica, penso la più scomoda possibile. Quindi se qualcuno ci sta seguendo online e magari sta seguendo i lavori, e gli sono piaciuti il contenuto, l’energia, le idee, e pensa ‘mi piacerebbe farlo’, sappia che è il benvenuta o benvenuto. Abbiamo bisogno di crescere per cambiare l’Italia, per cambiare l’Europa: però scegliere di far politica con la tessera della Lega in tasca e con l’Albertino da Giussano sulla giacca è la scelta più complicata, più osteggiata da un certo tipo di sistema”.
“Il presidente degli Stati Uniti? Chiunque al mondo faccia politica può avere due reazioni, schifarsi e quindi insultarlo, ‘è un autocrate, è un dittatore’, oppure dialogarci, ragionarci. La Lega è portatrice sana dell’idea, sia per il governo sia per l’Unione Europea, che occorra dialogare con gli Stati Uniti d’America. Non possiamo fare la guerra, non è nostro interesse nazionale litigare con gli Usa”.
“Il dazio può essere un problema per le nostre imprese e per il libero commercio? Sì. Ma i controdazi raddoppierebbero i problemi per le aziende italiane ed europee: chi parla di guerra commerciale è nemico dell’industria italiana ed europea. Qui oggi non ci sono trumpiani, ci sono italiani che ragionano, anche perché fino a pochi mesi alcuni giornalisti fa dicevano che eravamo antiamericani e filorussi. Adesso a sinistra vanno in confusione perché siamo diventati troppo filoamericani, e loro non sanno che ‘filo’ essere, quindi si attaccano alla schwa, all’asterisco, ai temi lgbt”.