“I magistrati? Credono alla propria infallibilità”
Giulio Cainarca · 24 Ottobre 2024
In questa puntata di “Auto da fé” Giulio Cainarca discute con l’ex Sostituto procuratore generale presso la Procura Generale di Milano Cuno Tarfusser dell’istanza di revisione del processo per la strage di Erba a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano, da lui presentata e respinta del Tribunale di Brescia, e dei temi di giustizia più in generale.
“Credo che con la sentenza che ha respinto l’istanza di revisione del processo per la strage di Erba i giudici di Brescia abbiano un po’ abdicato al loro ruolo, che è la ricerca della verità, e alla cultura del dubbio. In qualche modo, attraverso la giurisprudenza la Corte vuole inserire nell’ordinamento, lo dico come un fatto paradossale, il dogma dell’infallibilità del giudice. Dopo l’irresponsabilità, l’infallibilità. Nel 2008 il ministro (Angelino Alfano, ndr) mi chiese una nota sul lavoro che avevo svolto alla Procura di Bolzano, sulla base del quale mi era stato ventilato un posto al Dipartimento dell’organizzazione, al Ministero. Un mese dopo venni mandato alla Corte penale internazionale. Quel che avevo scritto evidentemente non era piaciuto a chi gestiva le quattro correnti del potere giudiziario, che circondava il ministro”.
“Quando il tribunale di Brescia mi ha dichiarato non legittimato ha privilegiato il regolamento interno sulla distribuzione del lavoro, una specie di regolamento condominiale, che però notoriamente ha forza giuridica inferiore alla Costituzione e alla Legge. Ma soprattutto, si è parlato e teorizzato dei sì e dei no su revisione, ammissibilità, novità, e intanto due persone erano in carcere. Invece io credo che la vita umana, che è nelle nostre mani, debba essere un peso per ciascun magistrato. Il caso di Rosa e Olindo è solo la punta di un iceberg”.
renato Di 25 Ottobre 2024 alle 11:02
Bellissima intervista, complimenti. Tarfusser assolutamente credibile e affidabile, che oltretutto ha il merito di non essersi mai iscritto alle correnti.