Manuale prenatalizio: che cosa escludere per avere un presepe inclusivo

· 2 Dicembre 2025


Primo al diavolo natalizio, e manca una settimana all’Immacolata. Dopo Bruxelles che cancella le facce, quello de-gesuizzato a Grosseto, quello sparito a Genova, con il bue e l’asinello vietati a Bergamo avete vinto, facciamo il presepe che volete. E visto che “inclusivo” per voi vuol dire escludere, ecco le nostre proposte.

Via muschio e alberi finti prodotti da multinazionali energivore a combustibili fossili e olii sintetici che buttano fuori Co2 e altri inquinamenti, financo acustico di voi che strillate.  Via Giuseppe perché è troppo più vecchio di Maria, poi è ovvio che si pensa male.  Via la capanna, che non ha servizi igienici dentro, quindi arriverebbero quelli del tribunale de L’Aquila a portare via Gesù e a ficcarlo in una casa-famiglia. Via gli animali, fuori controllo animalista: il pastorello con l’agnello in collo che farà una brutta fine, le pecore, i cani, i gatti e le bestie che ci mettono i bambini, elefanti, dinosauri, solo non si vedono i due leocorni. Via le statuine di straccioni che accorrono per vedere la Natività (tranne un tizio che pesca sempre, fottendosene di Gesù e dei vegani, nel ruscello di stagnola): rozzi, brutti e tutti bianchi, fanno destra americana.

Via i re magi, segno di plutocrazia e anche micragna (se uno con dei soldi mi regala incenso e mirra io glieli tiro dietro). E via gli zampognari: quelli obesi perché farli zampognare è body shaming, quelli magri perché discrimina chi ha disturbi dell’alimentazione. Per non dire della zampogna, così ignorante che darebbe fastidio sul raccordo anulare, figurarsi in un reparto maternità. (Ma perché hanno bullizzato il bue e l’asinello? A chi, davano noia? Alle antilopi e alle zebre?)


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