L’avvocato della famiglia nel bosco: il loro “crimine”? Vivere senza bollette
Francesco Borgonovo · 25 Novembre 2025
Arriva su Radio Libertà “La cittadella”, il talk show prodotto assieme alla piattaforma di contenuti online e social Galt, che si occupa di temi politici, sociali e di costume della nostra era e delle “culture wars”, come le chiamano in America. Ogni martedì e giovedì dalle 13 alle 14 Francesco Borgonovo, vicedirettore de la Verità, sarà in onda insieme a Matt Carus e Massimo Salvati, in compagna di vari ospiti, fra opinionisti, influencer e voci dissenzienti, che animeranno il dibattito.
Al centro di questa prima puntata c’è il caso della coppia australiana Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, che vive a Palmoli, in provincia di Chieti, cui sono tolti i tre figli con un’ordinanza del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, che ha deciso di sospendere la loro responsabilità genitoriale. Gli ospiti sono Claudio Kulesko, scrittore e filosofo, e Giovanni Angelucci, avvocato della “famiglia nel bosco”, che ai microfoni ha confutato la narrazione sulle condizioni di vita della famiglia e dei bambini. “Il procedimento ai danni di Katherine, Nathan e i loro figli nasce da un’intossicazione alimentare – e non da funghi – come può accadere a tutti con un barattolo di maionese. Poi sono state affermate altre cose non vere, come ad esempio il fatto che questo immobile non sarebbe abitabile perché mancano gli allacci, e quindi questi signori non pagherebbero la bolletta della luce, del gas e dell’acqua.
“La verità è che questa famiglia vive in una casa agibile (certificata da un tecnico) ma senza bollette da pagare: ha pannelli solari per l’elettricità, un camino, una cucina a legna e il gas non serve perché ci sono le piastre a induzione. Il termostato segna 22 gradi costanti. L’acqua potabile viene da una fonte cristallina, quella per l’igiene personale e della casa da un pozzo, e viene bollita. E il bagno ha un sistema a secco all’avanguardia, a fitodepurazione: il tecnico del Comune ne è rimasto ammirato. E non è neanche vero che la famiglia viva isolata: nei dintorni ci sono molte case abitate”.
“Per quanto riguarda il tema della formazione a scuola, ricordo che la legge 76 del 2005 ha parificato l’istruzione parentale alla scuola statale. È solo necessario che a fine anno si sostenga un esame di idoneità. Pensate che negli anni ’70 gli imprenditori non mandavano alle elementari i figli per paura dei rapimenti; oggi molti di quei bambini sono imprenditori affermati. Anche Bertrand Russell negli anni ’20 promosse un esperimento simile: fondò con una sua moglie, in Inghilterra, una scuola familiare – la Beacon Hill School – dove andarono molte persone: lo scopo era offrire un’alternativa all’istruzione tradizionale, basata su principi come il rispetto per l’individuo e l’apprendimento dall’esperienza”.
“Possiamo chiamare questo metodo, previsto per legge, ‘homeschooling’ oppure ‘unschooling’. Ed è anche a causa dell’assenza di ‘istruzione certificabile’ che i bambini sono stati messi in comunità. Ma allora mi pongo una domanda: che cosa avremmo dovuto fare qualche anno fa – non oggi, perché non succede quasi più – quando venivano bocciati a scuola, se questo è il metro di giudizio? Li avremmo tolti a tutte le famiglie? E allora, quale problema sussiste con questi tre bambini? Ammesso e non concesso, tra l’altro, che questo metodo di studio non sia idoneo perché non ti faccia arrivare agli standard che il Mim ritiene validi: e così non è”.
