Parolin agli sgoccioli, la Chiesa sarà più atlantica

· 8 Ottobre 2025


In questa puntata de “Gli scorretti – un antidoto al luogocomunismo”, in una chiacchierata con Giulio Cainarca, Carlo Cambi svela i motivi della distanza tra Papa Leone XIV e il Cardinal Pietro Parolin a proposito del conflitto israelo-palestinese e che a suo avviso porteranno alla decisione del Pontefice di sostituire l’attuale segretario di Stato della Santa Sede, il quale pochi giorni fa aveva utilizzato il termine “carneficina” a proposito di Gaza. “Non sono convinto che ci sia in atto uno scontro tra Vaticano e Israele; semmai tra bergogliani e Israele. Prevost non è affatto d’accordo con Parolin. In quanto cattolico americano, questo Papa ha da sempre introiettato i valori del cristianesimo come anche fattore di stabilità politica, mentre le parole di Parolin sono di destabilizzazione del quadro politico e perfettamente coerenti con la filosofia che aveva il gesuita Bergoglio”.

“È vero che il Papa ha detto pubblicamente che la posizione di Parolin è quella della Santa Sede: ma cosa altro poteva dire? Altrimenti avrebbe dovuto rimuovere Parolin dalla Segreteria di Stato. Secondo me, in questo momento, Leone ha già in testa un nome: Timothy Dolan, arcivescovo di New York. Non vuole effettuare il cambio adesso perché aspetta che Donald Trump ottenga un successo sul piano di pace in Palestina. Dolan è amico intimo del vicepresidente J.D. Vance e ha una visione del mondo atlantico-centrica. Ma se Prevost avesse proceduto oggi alla scomunica di Parolin, con il quale ha un debito di gratitudine perché il Cardinale veneto si è fatto da parte per agevolare la sua elezione, avrebbe fatto un’operazione intempestiva”.

“La distanza che c’è tra il Papa e Parolin è la stessa che c’è tra me e la Schlein. E la prova sta nel fatto il Santo Padre ha poi subito annunciato il suo primo viaggio, in Libano e Turchia, dove dirà: ‘Dovete trattare con me, voi islamici’. C’è stato inoltre anche l’intervento del Cardinal Pierbattista Pizzaballa, l’uomo più esposto contro Israele, che quando ha capito l’antifona sulla Flotilla, ha smontato la narrazione mondialista bergogliana, ha proposto la mediazione del suo Patriarcato di Gerusalemme e ha invitato a pregare per le vittime israeliane. Quindi, tutto questo produrrà tra brevissimo il cambio di passo alla Segreteria di Stato. Parolin ha fatto una fuga in avanti per dimostrare al Papa di avere ancora la possibilità di incidere, ma quest’ultimo – da finissimo agostiniano – ha una visione per cui il mondo vada emendato dalle sue colpe. E dunque, prima o poi, l’emendamento arriverà”.


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